Nella forma voluta della convivenza, sia i fratelli di Rito latino che i fratelli di Rito bizantino seguono sia la Regola del S. Padre Benedetto e le proprie costumanze, sia la Regola del Padre tra i Santi Basilio il Grande, e le proprie costumanze, in una fusione armonica.

 

Qualche passo:

3. Alla celebrazione di Cristo Risorto, il Signore della Gloria, mediante il quale nello Spirito Santo sale al Padre la lode, l’azione di grazie e la supplica, nulla sia mai preposto.

4. A Lui, e con Lui al Padre e allo Spirito Santo, in totale obbedienza di vita, vanno prestati adesione e ascolto permanente, quotidiano, a partire dal Dono della divina Parola (Mt 13,11) accolta nel celebrarla, molto amata, conosciuta, praticata, annunciata, testimoniata, insegnata nella scuola perenne della vita di fede  che si rende attiva nella carità (Gal 5,6).

5. La vita della comunità è seguire in fedeltà il Signore, rinnegando se stessi insieme con la perenne accettazione della santa croce quotidianamente (Lc 9,23).

6. Insieme, essa è la continua Liturgia al Padre mediante il Figlio nello Spirito Santo, che, secondo come la Rivelazione divina mirabilmente insegna, si attua nell’Evangelo (Rom 15,16), nelle opere della carità fraterna (2 Cor 8,1 – 9,15; Fil 2,30) e nel culto divino (1 Tess 1,9-10; Fil 3,3; Ebr 9,14), che è come il sigillo e la fonte di tutto.

7. I fratelli nella gioia della Redenzione divina, nella continua conversione del cuore, nella vita di semplicità e di sobrietà, di digiuno, di veglia, di penitenza, di permanente revisione di vita, scandiscono il tempo ad essi concesso, unendo le loro voci alla voce della Sposa diletta, la Chiesa di Dio, che insieme al Coro celeste della lode perenne (Ap 4,8) adora, benedice, glorifica, rende grazia, supplica, intercede, e con la lucerna accesa ed i fianchi cinti attende vigilante la Venuta dello Sposo divino (Lc 12,35; Mt 25,1-13).

8. La vita della comunità è tensione ultima verso il Signore che viene sempre con il suo Tuttosanto e Buono e Vivificante Spirito (Mt 24,27.37.39; 1 Tess 3,13; 5,23), nel silenzio contemplante amoroso e nella quiete, nella sobrietà dell’esistenza, nella ricerca dell’armonia della carità sincera tra i fratelli, nell’obbedienza reciproca, nel trovare l’essenziale.

9. La Liturgia celebrata prosegue nella «lettura divina» della Sacra Pagina, che è lo stile di vita contemplante, dove il «leggere e ardere» del cuore è quello di Emmaus (Lc 24,32), quando «la Parola cresce con il leggente», come avveniva nella Comunità degli Apostoli.