DOMENICA «DI MARTA E MARIA», XVI Domenica Tempo Ordinario C

Lc 10,38-42; Gen 18,1-10a; Sal 14; Col 1,24-28

 

L’Evangelo di oggi ci propone un episodio che è stato commentato un’infinità di volte: l’accoglienza offerta a Gesù da Marta e Maria. Nel momento in cui, come Maria, anche noi siamo seduti ai piedi del Signore per ascoltare la sua parola, chiediamoci qual è la «parte migliore» che Maria, la sorella di Marta, ha scelto e che non le sarà tolta.

Notiamo subito che Luca non intende opporre due diversi stati di vita. Non ci sono da un lato i contemplativi, gli aristocratici della vita cristiana, le truppe scelte del regno paracadutate direttamente in esso e dall’altro i poveri soldati semplici del ministero apostolico, di cui la chiesa di quaggiù ha bisogno, ma che, per il loro temperamento estroverso o per la loro mancanza di attitudini contemplative, sarebbero condannati a una santità di grado inferiore, a una beatitudine di second’ordine. La risposta di Gesù a Marta non è assolutamente rivolta a fornire una buona coscienza a chi ritenesse di potersi riconoscere in Maria. Ciò che Luca oppone alle molteplici occupazioni che assorbono Marta nel suo servizio, è l’unica cosa indispensabile di cui si preoccupa Maria: ascoltare la parola del Cristo per serbarla nel proprio cuore e metterla in pratica. Questo è ciò che fa il vero discepolo; il resto non è privo di importanza (è necessario sbrigare le faccende di casa e preparare il pranzo), ma non deve mai prenderci al punto da farci dimenticare l’essenziale: colui che viene a farci visita.

Ciò significa che non c’è nessun rischio di conflitto? Sarebbe troppo bello, sarebbe già il paradiso! Gli stessi apostoli ne fanno l’esperienza. Tuttavia, assillati da compiti diversi, non concluderanno semplicisticamente che, in fin dei conti, il lavoro, è preghiera; decideranno invece di dedicarsi interamente «alla preghiera e al servizio della Parola» (At 6,1-6). Marta e Maria, il servizio e l’ascolto: entrambe le cose sono necessarie. Non bisogna ascoltare senza servire, ma neppure servire senza ascoltare, agitandosi senza prestare attenzione a colui al cui servizio ci si è posti.

 

Dall’eucologia:

Antifona d’Ingresso Sal 53,6.8

Ecco, Dio viene in mio aiuto,

il Signore sostiene l’anima mia.

A te con gioia offrirò sacrifici

e loderò il tuo nome, Signore, perché sei buono.

 

 

 

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