Domenica SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO, II Domenica dopo Pentecoste C

Luca 9,10-17; Genesi 14,18-20; Salmo 109; 1 Corinti 11,23-26

 

Luca ci dice che Gesù, dopo aver parlato del regno di Dio alle folle e guarito i sofferenti, per non rimandare digiuna tanta gente, moltiplicò cinque pani e due pesci (Evangelo). Questo miracolo, la prima moltiplicazione dei pani, viene indicato dallo stesso Giovanni come «segno» dell’Eucaristia (Gv 6).

Visto in questa prospettiva eucaristica, lo sfamare una folla affamata può richiamare ai cristiani anche il comando di Gesù: «Fate questo in memoria di me». La preoccupazione per la fame che tormenta tanta parte degli uomini e l’interessamento per alleviarla divengono elementi della celebrazione eucaristica. Già le prime comunità cristiane – sollecitate dagli apostoli (cf 1 Cor 16,1-4; 2 Cor 8-9; Rm 15,25-28) – usavano fare le «raccolte» di beni e di denaro per i poveri, durante la celebrazione dell’Eucaristia. Ma non va mai dimenticato che «la fame degli uomini» non è fame di solo pane, dal momento che il pane è appunto il simbolo che essa è soprattutto «fame di Dio».

Ora la Cena viene celebrata nella luce della risurrezione e nella prospettiva del ritorno del Signore. Perciò è insieme «memoriale» della morte del Signore e «promessa» di partecipazione alla gloriosa risurrezione nel suo ritorno glorioso (cf Gv 6,39.40.44.51.54.58). È l’«annuncio» più concreto del Cristo, «evangelizzazione» in atto: «Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga» (seconda lettura).

Sono un richiamo a questa realtà le «acclamazioni» di fede dopo la consacrazione del pane e del vino nella Messa. San Tommaso d’Aquino ha espresso bene il molteplice significato dell’Eucaristia: «Mistero della Cena! Cristo diventa il nutrimento, si fa memoria della sua passione, l’anima è riempita di grazia, ci è donato il pegno della gloria» (antifona al Magnificat, II vespri). Questa «evangelizzazione» che è l’Eucaristia impegna tutta la comunità ecclesiale: mangiate, bevete, annunziate.

È una responsabilità che coinvolge tutta la vita di coloro che partecipano di quel pane e di quel vino.

 

 

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