Lectio divina Domenica «DELLA PARABOLA DEL PADRONE BUONO», XXV Dom. Tempo Ordinario A

Mt 20,1-16 (leggi 19,30-20,16); Is 55,6-9 (55,6-11); Sal 144; Fil 1,20c-24.27a

 

 

C’è un tratto del volto di Dio che Gesù ha rivelato con chiarezza ed insistenza senza uguali; la preferenza data ai poveri, agli umili, agli ultimi. Essi, a contatto con la benevolenza gratuita e preveniente di Dio, sono destinati ad essere i primi, i ricchi, gli eletti. «I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie» (prima lettura). La logica di Dio è diversa da quella degli uomini, talora, anzi, opposta ed inconciliabile con essa, comunque superiore sempre. Spesso quello che per l’uomo è guadagno, per Dio è perdita; e quello che per l’uomo sta al primo posto, per Dio viene all’ultimo. La parola di Dio, il suo giudizio comportano un radicale rovesciamento di valori: i primi sono gli ultimi (Evangelo); i beati sono quelli che piangono; i veri ricchi sono quelli che abbandonano ogni cosa; chi vuoi salvare la propria vita la perde…

Il Dio cristiano è l’«assolutamente-Altro», l’imprevedibile. Nessuna categoria umana lo può «catturare». Egli sfugge ad ogni definizione e rivela continuamente nuovi aspetti del suo mistero. L’uomo, che ha un cuore freddo, che nutre rancori tenaci, che perdona poco e malvolentieri, non smette di valutare Dio col metro della sua mediocrità. Parla con lui a base di numeri, di dare ed avere: una teologia che diventa contabilità. Guardiamo invece il metodo di Dio: i tuoi debiti si scioglieranno come neve al sole. Abbiamo la possibilità di non strisciare per sempre. Non è più bello contemplare la vita dall’alto dell’amore di Dio?

Dobbiamo confessare che…

 

 

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