Lectio divina Domenica «della parabola della divina misericordia», XXIV del Tempo per l’Anno C

Luca 15,1-32; Esodo 32,7-11.13-14 (leggi 32,1-14); Sal 50; 1 Timoteo 1,12-17

 

 

L’amore di Dio verso gli uomini è così gratuito che non possiamo pretendere di averne diritto: è talmente assoluto che non possiamo mai dire che ci venga a mancare. L’amore umano, al contrario, è così limitato e chiuso dal nostro egoismo, si spinge così raramente oltre la stretta giustizia o fuori della severità moraleggiante, che noi immaginiamo facilmente un Dio vendicatore ed una religione basata sul timore. Chi di noi sa ancora che la «grazia» che egli chiede a Dio significa «tenerezza» di Dio e «pietà» per il peccatore? Soltanto uno studio attento della parola di Dio può aiutarci a prendere coscienza del significato della misericordia indefettibile di Dio.

Cristo ci ha rivelato un Dio come lo vorremmo. Un Dio che è amore e misericordia. È una persona che stenta a trovare posto nella nostra società, la quale proprio per questo ne ha un bisogno vitale. Apparentemente non serve, non è utile, non frutta: però ci dà tutto, ci dà ciò che nessuna analisi scientifica, nessun progresso tecnologico e neppure lo sviluppo delle scienze umane potrà mai darci: sentirci amati singolarmente, uno per uno, in modo assoluto. Quando ci accorgiamo che Dio ci ama così, allora…

 

 

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