Lectio divina Domenica  «DELLA PREDICAZIONE DI GIOVANNI BATTISTA», II di Avvento, Anno B

 Marco 1,1-8; Isaia 40,1-5.9-11; Salmo 84; 2 Pietro 3,8-14

 

Annuncio della buona novella. Il brano dell’Evangelo secondo Marco proposto oggi dalla liturgia contiene il titolo dell’opera. La prima parola del titolo è “inizio” (arché), la stessa con cui si apre il libro della Genesi, dunque il libro delle sante Scritture dell’antica alleanza. Si inaugura infatti una nuova storia, una nuova creazione, con la proclamazione della “buona e bella notizia” (euanghélion), del gioioso messaggio riguardante l’evento di Gesù, il Messia, il Figlio di Dio. Dopo venti secoli di cristianesimo, l’Evangelo rischia di apparirci come una storia del passato. Marco però l’annuncia come una buona novella, che insieme provoca (Giovanni Battista) e consola (Isaia): essa è indirizzata a un popolo che attende, oggi come ieri, la realizzazione delle sue speranze. Marco, solo tra i quattro evangelisti, presenta fin dall’«inizio» (v. 1) la figura di Giovanni Battista. Questo primo messaggero di Cristo annuncia il messia alla maniera dei profeti: nel deserto, dove il popolo di Dio si forma nella prova, la «voce» mette a nudo le coscienze e annunzia che la venuta di Dio esige penitenza e conversione dei cuori.

La liturgia dell’Avvento, seguendo Marco, annunzia una buona novella che ci invita paradossalmente alla gioia e alla penitenza, alla speranza e alla conversione. La liturgia di questa domenica poi ci immerge ancora più intensamente nello spirito dell’Avvento mettendo in luce, nel brano evangelico e nel tratto della lettera di Pietro, i due momenti essenziali della storia della salvezza: la prima venuta del Signore nel tempo e la sua seconda e definitiva venuta che porrà fine al tempo presente per dare inizio al regno eterno.

Questo mistero, unico nella sostanza, pur realizzandosi per noi in momenti storici diversi, è presente…

 

 

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