Letture patristiche della Domenica «DEL RENDETE A CESARE E RENDETE A DIO», XXIX del Tempo Ordinario A

Mt 22,15-21; Is 45,1-4-6; Sal 95; 1 Ts l,l-5b

 

  1. Il tributo a Cesare

Di chi è l`immagine e l`iscrizione?” (Lc 20,24). In questo passo Egli c`insegna che dobbiamo essere cauti nel respingere le accuse degli eretici oppure dei Giudei. In un altro punto ha detto: “Siate astuti come i serpenti. Questo, diversi lo interpretano così: poiché la croce di Cristo fu preannunciata nel serpente levato in alto, affinché venisse distrutto il veleno serpigno degli spiriti del male, parrebbe che si debba essere accorti come il Cristo, e semplici come lo Spirito. Ecco dunque chi è il serpente che tiene sempre protetto il capo, ed evita così le ferite mortali. Quando i Giudei gli chiedevano se avesse ricevuto dal Cielo la sua autorità, Egli rispose: “Il battesimo di Giovanni di dov`era, dal Cielo o dagli uomini?” (Mt 20,4). E lo scopo era che essi, non osando negare che era dal Cielo, si convincessero da soli della propria demenza nel negare che Colui che lo dava era dal Cielo. Egli chiede un didramma e domanda di chi è l`effigie: infatti diversa è l`effigie di Dio, diversa l`effigie del mondo. Per questo anche colui ci ammonisce: “E come abbiamo portato l`immagine dell`uomo terreno, così portiamo l`immagine dell`uomo celeste” (1Cor 15,49).

Cristo non ha l`immagine di Cesare, perché Egli è “l`immagine di Dio. Pietro non ha l`immagine di Cesare, perché ha detto: Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito” (Mt 19,27). Non si trova l`immagine di Cesare in Giacomo o in Giovanni, perché sono…

(Ambrogio, Exp. Ev. sec. Luc. 9, 34-36)

 

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