Letture patristiche della Domenica «DELLA PARABOLA DEGLI OPERAI DELL’XI ORA», XXV del Tempo Ordinario, A

Mt 20,1-16 (leggi 19,30-20,16); Is 55,6-9; Sal 144; Fil 1,20c-24.27a

 

OMELIA XIX di San Gregorio Magno tenuta al popolo nella basilica di San Lorenzo martire, la domenica di Settuagesima

 

1. Dio è il padre di famiglia, la vigna è la Chiesa. — Questa pagina evangelica (Mt 20,1-16) richiederebbe un ampio commento per essere spiegata, ma intendo esprimermi con brevità per non affaticarvi con un prolisso discorso, dopo la lunga processione. Il regno dei cieli è paragonato a un padre di famiglia che assume operai per far coltivare la propria vigna. Chi, meglio del nostro Creatore, può essere paragonato a un padre di famiglia? Egli ha infatti il potere su quelli che ha creato e un dominio sui suoi eletti in questo mondo, a somiglianza del padrone di casa nei confronti dei sudditi. Possiede una vigna, cioè la Chiesa universale, che da Abele il giusto fino all’ultimo eletto che nascerà nel mondo, ha prodotto tanti tralci quanti sono i santi. Questo padre di famiglia assume dunque operai per coltivare la propria vigna: di mattino, all’ora terza, sesta, nona e undicesima; e questo significa che il Signore, dall’inizio del mondo sino alla fine, non cessa di raccogliere predicatori per istruire il popolo dei fedeli. Il mattino del mondo durò da Adamo sino a Noè. L’ora terza da quest’ultimo ad Abramo, la sesta da Abramo a Mose, la nona da Mose alla venuta del Signore, e l’undicesima da questo evento sino alla fine del mondo. In quest’ultima ora furono inviati come predicatori i santi Apostoli, che ebbero la completa retribuzione pur essendo arrivati per ultimi. Il Signore non smise dunque di inviare operai a educare il suo popolo, cioè a coltivare la propria vigna, perché mediante i padri, poi i dottori della Legge e i profeti e, infine, gli Apostoli orientò al bene la condotta dei fedeli, come con degli operai per la prosperità della vigna. Va anche precisato che chiunque compie buone opere con rettitudine di fede, in qualunque modo e misura, è un operaio di questa vigna. Gli operai assunti al mattino, all’ora terza, sesta e nona rappresentano l’antico popolo giudaico, che dall’inizio del mondo, mediante i suoi eletti, si impegnò a onorare Dio con rettitudine di fede, lavorando cosi senza tregua per far prosperare questa vigna. All’undicesima ora vengono chiamati i pagani ai quali si dice: Perché state qui tutto il giorno in ozio? Essi infatti, avendo omesso per un lungo tratto della storia del mondo di lavorare per la propria vita, erano come rimasti in ozio per tutto il giorno. Riflettete, fratelli, alla risposta che essi danno alla domanda loro rivolta: Perché nessuno ci ha dato un lavoro. Infatti nessun patriarca e nessun profeta era giunto tra loro. Quale è il senso della precedente risposta se non questo:…

 

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