Letture patristiche della Domenica “delle opere di colui che viene”, III Domenica di Avvento A

Mt 11,2-11; Is 35,1-6.8.10; Sal 145; Gc 5,7-10

 

DISCORSO 66

SULLE PAROLE DEL VANGELO DI MT 11, 2:“GIOVANNI, CH’ERA IN PRIGIONE, SENTÌ PARLARE DI CIÒ CHE FACEVA CRISTO” Etc.

di sant’Agostino, vescovo (PL 38,430-433)

 

Testimonianza di Giovanni su Cristo.

1. Il brano del santo Vangelo ch’è stato letto ci ha proposto la questione di Giovanni Battista. Ci aiuti il Signore a risolverla per voi, nel modo ch’egli la risolve a noi. Come avete udito, Giovanni fu lodato per la testimonianza da lui data su Cristo, ed elogiato in quanto tra i nati di donna non era nato nessuno più grande di lui. Più grande di lui era però il nato dalla Vergine. Quanto più grande? L’araldo stesso ci dica la distanza che passa tra lui e il giudice, di cui è l’araldo. Giovanni infatti precedette bensì il Cristo sia nel nascere che nell’annunciarlo, ma lo precedette come un umile servo obbediente senza mettersi al di sopra di lui. In realtà tutti gli ufficiali giudiziari camminano davanti al giudice, ma essi che si avviano per primi, vengono dopo di lui per dignità. Quanto grande fu dunque la testimonianza resa a Cristo da Giovanni? Tanto grande, da fargli dire che non era degno di sciogliere i lacci dei suoi sandali. Che cos’altro? Noi – dice la Scrittura – abbiamo ricevuto tutto dalla sua ricchezza. Egli confessò d’essere solo una lampada accesa da lui e perciò si rifugiò ai suoi piedi per paura che, innalzandosi, venisse spenta dal vento della superbia. Era tanto grande, ch’era creduto il Cristo, e…

 

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