Letture patristiche della Domenica “DELLE TRE PARABOLE”, XVII del Tempo Ordinario A

Mt 13,44-52; 2 Re 3,5.7-12; Sal 118; Rm 8,28-30

 

  1. Le splendide perle conducono all’unica perla preziosa

Si può applicare a chi cerca le perle preziose quella parola: «Cercate e troverete… Chi cerca trova» (Lc 11,9. 10). Ma che cosa cercare? O meglio, che significa: chi cerca trova? Indubbiamente per quella perla s’intende ciò che un giorno possederà chi ora dona tutti i suoi beni e li disprezza; per questo Paolo dice: «Tutte queste cose le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo» (Fil 3,8) che è l’unica perla preziosa.

È preziosa la lucerna per coloro che sono nelle tenebre ed essi la usano fino allo spuntar del sole; preziosa è anche la gloria che appare sul volto di Mose e degli altri profeti; per essa possiamo dedurre che giungeremo anche noi a contemplare la gloria del Cristo, cui il Padre rese testimonianza dicendo: «Questi è il Figlio mio prediletto nel quale mi sono compiaciuto» Mt 3,17). Ma non è stato glorificato ciò che allora si manifestò in parte, a motivo di una gloria più grande; sebbene a noi sia necessaria quella gloria che poi sarà abolita, per prepararci a quella definitiva e perfetta. Per esempio, è necessaria la scienza imperfetta, che avrà poi fine quando giungerà quella perfetta. Ogni anima, infatti, che si trova nella prima età e aspira alla perfezione, ha bisogno di un pedagogo, di amministratori e procuratori, finché non giunga all’età matura.

Allora, colui che non era per nulla diverso da un servo benché fosse padrone di tutto, divenuto finalmente libero, riceve i beni paterni dal pedagogo, dagli amministratori e dai procuratori. Tutto ciò, fatte le debite proporzioni, corrisponde alla perla preziosa e alla perfezione che annulla con la sua venuta ciò che è imperfetto e parziale; quando cioè qualcuno raggiunge la perfezione della dottrina di Cristo, dopo esservi stato preparato da tutte quelle cognizioni che sono in certo modo ordinate alla piena conoscenza del Signore.

Molti però, non scorgendo la bellezza delle innumerevoli perle della legge e la validità della dottrina dei profeti, benché ancora incompleta, si illudono di poter trovare la perla preziosa e di giungere, senza l’aiuto di quelle spiegazioni e idee, a contemplare la straordinaria bellezza della conoscenza di Cristo Gesù.

A paragone di essa, si può dire che…

(Dalle «Omelie su Matteo» di Origene, sacerdote)