Letture patristiche DELLA DOMENICA NELL’OTTAVA DEL NATALE, FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA C

Luca 2,41-52; 1 Sam 1,20-22.24-28; Salmo 83; 1 Gv 3,1-2.21-24

 

 

  1. Gesù fra i dottori del tempio

Compiuti i dodici anni, si ferma a Gerusalemme; i genitori, non sapendo dove fosse, lo cercano con inquietudine, e non lo trovano. «Lo cercano tra i parenti prossimi», lo cercano tra i compagni di viaggio, lo cercano tra i conoscenti, ma non lo trovano presso tutte queste persone. Gesù è dunque cercato dai genitori, dal padre putativo che lo aveva accompagnato e custodito quando era disceso in Egitto; e tuttavia, pur cercato, non è subito trovato. Non si trova infatti Gesù tra i parenti e gli amici secondo la carne, non sta tra coloro che sono uniti a lui corporalmente. Il mio Gesù non può essere trovato nella folla.

Impara dove lo trovano coloro che lo cercano, in modo che anche tu, cercandolo insieme con Giuseppe e con Maria, lo possa trovare. Nel cercarlo – dice l`Evangelista – «lo trovarono nel tempio». Non lo trovarono in un luogo qualunque, ma «nel tempio», e neppure semplicemente «nel tempio», ma «in mezzo ai dottori che egli ascoltava e interrogava». Cerca dunque anche tu Gesù «nel tempio» di Dio, cercalo in chiesa, cercalo presso i maestri che stanno nel tempio e non ne escono; se così lo avrai cercato, lo troverai. E inoltre, se qualcuno dice di essere un maestro e non possiede Gesù, egli ha soltanto il nome di maestro, ed è per questo che non si può trovare in lui Gesù, Verbo di Dio e sapienza di Dio.

Lo trovano – dice – «in mezzo ai dottori». Come in un altro passo sta scritto a proposito dai profeti, nello stesso senso devi intendere ora le parole «in mezzo ai dottori». Dice l`Apostolo: «Se un altro che è seduto riceve una rivelazione da fare, il primo taccia» (1Cor 14,30). Lo trovano «seduto in mezzo ai dottori», anzi mentre se ne sta non soltanto seduto, ma mentre «li ascolta e li interroga». Anche ora Gesù è presente, ci interroga e ci ascolta parlare.

Il testo continua: «E tutti erano ammirati». Che cosa ammiravano? Non le domande che egli faceva, anche se esse erano straordinarie, ma le “risposte. Una cosa è infatti interrogare, un`altra rispondere.

Gesù interrogava i maestri; ma siccome essi talvolta non erano capaci di rispondere, era lui a rispondere alle domande che egli stesso aveva poste. E poiché rispondere non significa soltanto parlare dopo chi ha parlato per primo, ma significa, secondo le sante Scritture, dare un insegnamento, ti auguro che sia la legge divina ad insegnartelo. «Mosè parlava, e Dio poi gli rispondeva con una voce» (Es 19,19); con queste risposte il Signore istruiva Mosè sulle cose ch`egli ignorava. Di tanto in tanto Gesù interroga, di tanto in tanto risponde, e, come abbiamo detto prima, sebbene siano straordinarie le sue domande, tuttavia molto più straordinario è ciò che egli risponde. Se vogliamo dunque anche noi ascoltarlo, se vogliamo che egli proponga anche a noi delle domande che egli stesso risolverà, supplichiamolo, e cerchiamolo con tutta la fatica e il dolore: così potremo trovare colui che cerchiamo. Non a caso sta scritto infatti: «io e tuo padre addolorati ti cercavamo».

È necessario che colui che cerca Gesù, lo cerchi non in modo negligente e trascurato e con impegno saltuario, come lo cercano alcuni che perciò non riescono a trovarlo. Per parte nostra invece diciamo: “ti cerchiamo addolorati”.

            (Origene, In Luc., 18, 2-5)