Letture patristiche della Domenica “di San Tommaso”, II di Pasqua A

Gv 20, 19-31; At 2,42-47; Sal 117; 1 Pt 1,3-9

 

DISCORSO 259 NELLA DOMENICA DELL’OTTAVA DI PASQUA

di sant’Agostino. vescovo

 

Adesso nella fede, poi nella visione.

1. Il giorno di oggi ci richiama un grande mistero: quello della felicità eterna. Difatti la vita simboleggiata dal giorno di oggi non è una vita destinata a scomparire, come invece scomparirà il giorno presente. Vi rivolgiamo dunque, o fratelli, la nostra pressante esortazione nel nome del nostro Signore Gesù Cristo, ad opera del quale ci sono stati rimessi i peccati. Egli ha voluto che il suo sangue fosse il prezzo del nostro riscatto, e di noi, che non eravamo degni di essere chiamati suoi servi, s’è degnato fare dei fratelli. Nel suo nome, dunque, vi scongiuriamo – essendo voi cristiani e portando sulla fronte e nel cuore il suo nome – affinché l’ardore del vostro spirito sia totalmente ed esclusivamente rivolto a quella vita che avremo in comune con gli angeli: a quella vita in cui regneranno la quiete perpetua, l’eterna gioia, la beatitudine inesauribile e nella quale non ci saranno più né turbamento, né tristezza, né morte. Questa vita nessuno può conoscerla se non chi la vive, e nessuno può viverla all’infuori dei credenti. Se pertanto voleste che vi dipingessimo al vero quello che Dio vi promette, dovremmo dirvi che ci è impossibile. Comunque, avete ascoltato le parole conclusive del Vangelo di Giovanni:…

 

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