Letture patristiche Domenica di «COLUI CHE PORTA IL FUOCO SULLA TERRA», XX del Tempo Ordinario C

Luca 12,49-57; Geremia 38,4-6.8-10; Sal 39;Ebrei 12,1-4

 

DISCORSO 109

SULLE PAROLE DEL VANGELO DI LC 12, 56-59:
“SAPETE DISTINGUERE L’ASPETTO DEL CIELO E DELLA TERRA” ECC.

E SU QUEST’ALTRE:
“QUANDO VAI CON IL TUO AVVERSARIO DAL MAGISTRATO,
CERCA DI LIBERARTI DI LUI LUNGO LA VIA” ECC.

(PL 38, 636-638)

 

Impiegare il tempo della misericordia per la penitenza.

1. Abbiamo udito il Vangelo in cui il Signore rimprovera coloro che sanno giudicare l’aspetto del cielo e non sanno scoprire il tempo in cui la fede c’insegna che il regno dei cieli si avvicina. Orbene, egli parlava così ai giudei, ma la sua parola è giunta anche fino a noi. Lo stesso nostro Signore Gesù Cristo cominciò la predicazione del suo Vangelo dicendo: Fate penitenza, poiché il regno di Dio è vicino. Allo stesso modo cominciò anche Giovanni, il battezzatore e suo precursore: Fate penitenza, poiché il regno di Dio è vicino. Anche adesso il Signore rimprovera coloro che, all’avvicinarsi del regno di Dio, rifiutano di fare penitenza. Il regno dei cieli – come dice egli stesso – non viene in modo che si possa osservare. E d’altra parte egli dice: Il regno dei cieli è dentro di voi. Ciascuno di voi dunque accolga saggiamente gli ammonimenti del Maestro in modo da non perdere il tempo della misericordia del Salvatore, ch’egli ora usa verso il genere umano finché questo viene risparmiato. L’uomo infatti viene risparmiato, perché si converta e nessuno venga condannato. Dio solo sa quando verrà la fine del mondo; adesso tuttavia è il tempo della fede. Io non so se qualcuno di noi si troverà quaggiù alla fine del mondo: ma è probabile che non vi si troverà nessuno. Per ciascuno di noi però il tempo della fine è vicino giacché siamo mortali. Camminiamo in mezzo ai pericoli di cadere. Se fossimo di vetro, avremmo meno paura di cadere. Che cosa è più fragile d’un recipiente di vetro? Eppure si conserva e dura per secoli. Sebbene infatti si abbia paura delle cadute per un recipiente di vetro, per esso non si ha paura della vecchiaia e della febbre. Noi dunque siamo più fragili e più deboli, poiché proprio a causa della nostra fragilità non solo abbiamo ogni giorno paura degli accidenti che non han tregua nelle vicende umane, ma anche se non ci capitano delle disgrazie, il tempo tuttavia passa; si può evitare un colpo, si può forse evitare la morte? Si evitano gli eventi esterni, si possono forse allontanare le malattie che hanno origine dentro di noi? Così, ora le viscere producono vermi, ora una malattia qualsiasi ci assale all’improvviso; in breve, per quanto uno venga risparmiato, all’ultimo, quando arriverà la vecchiaia, non c’è possibilità alcuna di rinviarla…