Letture patristiche DOMENICA «DI CRISTO RE», XXXIV ed ultima del Tempo per l’Anno B

Giovanni 18,33-37; Daniele 7,13-14; Salmo 92; Apocalisse 1,5-8

 

  1. Il mio regno non è di questo mondo.

 

Non è di questo mondo, perché in questo mondo è peregrinante. Sino alla fine del mondo sono mischiati insieme il grano e la zizzania. Alla fine del mondo, quando la messe sarà matura, i mietitori purificheranno il regno da tutti gli scandali, il che non avrebbe senso se il regno non fosse in questo mondo.

1. In questo discorso dobbiamo vedere e commentare ciò che Pilato disse a Cristo e ciò che Cristo rispose a Pilato. Dopo aver detto ai Giudei: Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge, e dopo che essi ebbero risposto: A noi non è permesso mettere a morte nessuno, Pilato entrò di nuovo nel pretorio, chiamò Gesù e gli disse: Tu sei il re dei Giudei? Gesù rispose: Dici questo da te, oppure altri te l’hanno detto sul conto mio? Il Signore sapeva bene ciò che domandava a Pilato e sapeva ciò che gli avrebbe risposto Pilato; tuttavia volle che parlasse, non perché avesse bisogno di apprendere, ma perché fosse scritto quanto voleva che giungesse a nostra conoscenza. Pilato rispose: Sono io forse giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che hai fatto? Rispose Gesù: Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servi combatterebbero per me, affinché non fossi consegnato ai Giudei; ora invece il mio regno non è di quaggiù (Gv 18, 31.33-36). È questo che il buon Maestro ha voluto che noi sapessimo; ma prima…

 

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