Letture patristiche DOMENICA «DELLA SANTISSIMA TRINITÀ», I dopo Pentecoste C

Giovanni 16,12-15; Proverbi 8,22-31; Salmo 8; Romani 5,1-5

 

OMELIA 96 di sant’Agostino, vescovo (Gv 16,12-13)

 

La carità e la verità.

Lo Spirito Santo guiderà i discepoli alla pienezza della verità riversando continuamente nei loro cuori la carità.

  1. In questo passo del santo Vangelo, dove il Signore dice ai suoi discepoli: Molte cose ho ancora da dirvi, ma non sono per ora alla vostra portata (Gv 16, 12), la prima cosa che bisogna domandarsi è come mai prima abbia detto: Tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi (Gv 15, 15), e qui dica: Molte cose ho ancora da dirvi, ma non sono per ora alla vostra portata. A suo tempo abbiamo spiegato, come abbiamo potuto, in che senso abbia parlato di ciò che ancora non aveva fatto come se già l’avesse fatto, allo stesso modo che il profeta afferma che Dio ha fatto le cose che saranno, dicendo appunto di lui: Ha fatto le cose a venire (Is 45, 11 sec LXX). Adesso forse voi volete sapere quali siano le cose che allora non erano alla portata degli Apostoli. Ma chi di noi oserà ritenersi in condizione di portare quelle cose che essi non erano capaci di portare? Per questo motivo non dovete sperare che io vi dica ciò che forse io stesso non capirei se mi venisse detto da un altro, né voi sareste in condizione di portarlo, ammesso che io sia capace di parlarvi di cose che superano la vostra capacità di intendere. E può darsi che in mezzo a voi ci sia qualcuno già in grado di intendere queste cose che gli altri ancora non sono capaci di intendere: non certo tutte le cose cui il divino Maestro si riferiva dicendo: Ho ancora molte cose da dirvi, però qualcuna sì. Ma sarebbe temerario e presuntuoso voler dire quali siano le cose che il Signore stesso non volle dire. Una cosa è certa che allora gli Apostoli, ai quali diceva: Adesso non potete seguirmi (Gv 13, 36), non erano ancora in grado di morire per Cristo; e Pietro, il primo degli Apostoli, che aveva presunto di esserne già capace, fece un’esperienza negativa e dovette ricredersi. E tuttavia, in seguito, tanti uomini e donne, bambini e bambine, ragazzi e ragazze, vecchi e giovani sono stati coronati dell’aureola del martirio; e si è visto che le pecore erano capaci di affrontare ciò che, quando così parlava il Signore, i pastori non erano capaci di sopportare. Si doveva forse dire a quelle pecore, nel momento del pericolo, in cui era necessario lottare fino alla morte per la verità e versare il sangue per il nome e la dottrina di Cristo, si doveva dir loro: Chi di voi oserà ritenersi capace del martirio, di cui non era stato capace Pietro, quando era sostenuto dalla viva voce del Signore? Così qualcuno potrebbe sostenere che non bisogna dire al popolo cristiano, ansioso di sapere, le cose a cui il Signore si riferisce con le parole: Molte cose ho ancora da dirvi, ma non sono per ora alla vostra portata, adducendo la ragione che se non erano in grado d’intenderle gli Apostoli, sarebbero molto meno in grado di capirle loro. E invece, ci sono molti che probabilmente sono in grado di ascoltare quanto allora Pietro non era capace di comprendere, così come molti sono in grado di affrontare il martirio, che Pietro invece non era ancora in grado di affrontare. Questo soprattutto dopo la venuta dello Spirito Santo, che, quando il Signore così parlava, non era stato ancora inviato, e a proposito del quale subito aggiunge: Quando, però, verrà lui, lo Spirito di verità, v’insegnerà tutta intera la verità (Gv 16,13), dimostrando così che gli Apostoli non erano in grado di portare le cose che egli aveva ancora da dire, perché non era ancora venuto ad essi lo Spirito Santo..