Letture patristiche Domenica “DELL’ANNUNCIO A GIUSEPPE”, IV del Tempo d’Avvento A

Mt 1,18-24; Is 7,10-14; Sal 23; Rm 1,1-7

 

  1. Sacramento della nostra riconciliazione

 

Non giova nulla affermare che il nostro Signore è figlio della beata Vergine Maria, uomo vero e perfetto, se non lo si crede uomo di quella stirpe di cui si parla nell’Evangelo. Scrive Matteo: «Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo» (Mt 1, 1). Segue l’ordine della discendenza umana con tutte le generazioni fino a Giuseppe, al quale era sposata la Madre del Signore. Luca invece, percorrendo a ritroso la successione delle generazioni, risale al capo stesso del genere umano per dimostrare che il primo Adamo e l’ultimo sono della stessa natura.

Certo l’onnipotenza del Figlio di Dio, per istruire e giustificare gli uomini, avrebbe potuto manifestarsi come già si era manifestata ai patriarchi e ai profeti, sotto l’aspetto di uomo, come quando affrontò la lotta con Giacobbe o dialogò o accettò l’accoglienza di ospite o mangiò persino il cibo imbanditogli. Ma quelle immagini erano soltanto segni di questo uomo che, come preannunziavano i mistici segni, avrebbe assunto vera natura dalla stirpe dei patriarchi che lo avevano preceduto.

Nessuna figura poteva realizzare il sacramento della nostra riconciliazione, preparato da tutta l’eternità, perché lo Spirito santo non era ancora disceso sulla Vergine, né la potenza dell’Altissimo l’aveva ancora ricoperta della sua ombra. La Sapienza non si era ancora edificata la sua casa nel seno immacolato di Maria. Il Verbo non si era ancora fatto carne. Il Creatore dei tempi non era ancora nato nel tempo, unendo in sé in una sola persona la natura di Dio e la natura del servo. Colui per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose, doveva egli stesso essere generato fra tutte le altre creature.

Se infatti questo uomo nuovo, fatto a somiglianza della carne del peccato (cfr. Rm 8, 3), non avesse assunto il nostro uomo vecchio, ed egli, che è consostanziale con il Padre, non si fosse degnato di essere consostanziale anche con la Madre e se egli, che è il solo libero dal peccato, non avesse unito a sé la nostra natura umana, tutta quanta la natura umana sarebbe rimasta prigioniera sotto il giogo del diavolo. Noi non avremmo potuto aver parte alla vittoria gloriosa di lui, se la vittoria fosse stata riportata fuori della nostra natura.

In seguito a questa mirabile partecipazione alla nostra natura rifulse per noi, il sacramento della rigenerazione, perché, in virtù dello stesso Spirito da cui fu generato e nacque Cristo, anche noi, che siamo nati dalla concupiscenza della carne, nascessimo di nuovo di nascita spirituale. Per questo l’evangelista dice dei credenti. «Non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati» (Gv 1, 13).

(Dalle «Lettere» di san Leone Magno, papa (Lett. 31, 2-3; Pl 54, 791-793)

 

 

  1. La nuova Eva

 

Di fatto, Maria dette i natali senza il concorso di un uomo. Così come all`origine, Eva è nata da Adamo senza che vi sia stato incontro carnale, del pari è successo per Giuseppe e Maria, la Vergine sua sposa. Eva mise al mondo l`assassino Caino, Maria il Vivificatore. Quella mise al mondo colui che sparse il sangue di suo fratello (cf. Gen 4,1-16), questa colui il cui sangue fu sparso dai suoi fratelli. Quella vide colui che tremava e fuggiva a causa della maledizione della terra (cf. Gen 4,10-14); questa colui che, avendo assunto su di sé la maledizione, la inchiodò alla croce (cf. Col 2,14).

Il concepimento della Vergine ci insegna che colui che, senza legame di carne, ha messo al mondo Adamo facendolo uscire dalla terra vergine, ha anche formato senza legame di carne il secondo Adamo nel seno della Vergine. Il primo Adamo era ritornato nel seno di sua madre da questo secondo Adamo, che non vi ritornò, colui che era sepolto nel seno di sua madre, ne fu tratto.

Maria cercava di convincere Giuseppe che il suo concepimento era opera della Spirito, ma egli non le credette, perché era cosa insolita. Al vedere in lei, nonostante la sua gravidanza, un atteggiamento sereno, “egli, nella sua giustizia, non voleva denunciarla pubblicamente” (Mt 1,19); ma non per questo fu maggiormente disponibile ad accettarla, come marito, visto che pensava che si fosse unita ad un altro. Decise perciò «nella sua giustizia», di non prenderla, ma anche di non calunniarla. Così “un angelo gli apparve e gli disse: Giuseppe, figlio di David” (Mt 1,20). Cosa meravigliosa che lo chiami, anche lui, «figlio di David»!, ricordandogli il primo dei suoi antenati, David, al quale Dio aveva promesso che “dai frutti delle sue viscere” (Sal 132,11), avrebbe suscitato il Messia secondo la carne. “Non temere di prendere Maria come tua sposa, perché ciò che è in lei è opera dello Spirito Santo” (Mt 1,20). E se tu dubiti del concepimento senza legami carnali della Vergine, ascolta le parole di Isaia: “Ecco, la vergine concepirà” (Is 7,14). E quelle di Daniele: “La pietra si staccò senza l`aiuto delle mani” (Dn 2,34). Non si tratta di quest`altra parola: “Guardate la montagna e i pozzi” (Is 51,1). Qui, in effetti, si tratta dell`uomo e della donna; là, invece, è detto: «Senza l`aiuto delle mani». Così come, per Eva, Adamo aveva ricoperto il ruolo di padre e di madre, del pari Maria per Nostro Signore.

            (Efrem, Diatessaron, 2, 2 s.)