Letture patristiche «DOMENICA DI ZACCHEO», XXXI del Tempo Ordinario C

Lc 19,1-10; Sap. 11,23-12,2; Sal 144; 2Ts 1,11-2,2

 

 

  1. La perfetta conversione a Dio

 

La perfetta conversione a Dio tàglia tutte le radici dei peccati. La cupidigia è origine e causa per molti di peccato.

Zaccheo per sradicarla promette di dare metà dei suoi beni per le necessità dei poveri e «Se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto» (Lc 19,8). Vedi quale progresso abbia fatto subito Zaccheo illuminato da Cristo. Egli volle poi dichiarare pubblicamente questo suo proposito, per difendere Cristo contro i mormoratori e dimostrare quanta sapienza avesse usato con lui; non lo aveva evitato disprezzandolo come pubblicano, ma parlandogli con benevolenza e invitandosi da sé in casa sua, lo aveva portato alla penitenza e alla conversione con un mutamento così grande e improvviso che, come in passato era stato avido di denaro, allo stesso modo ora desiderava di spogliarsene. Infatti non promise di elargire ai poveri e restituire in futuro a quelli che aveva frodato, ma parla del presente dicendo: «Ecco, do e restituisco» (Lc 19,8). Do l’elemosina, restituisco ciò che ho rubato. E quantunque si debba prima di tutto restituire realmente ciò che è stato rubato perché l’elemosina sia accetta a Dio, tuttavia in questo caso, per dimostrare la sua prontezza nel dare, non solo ciò che doveva, ma anche ciò che poteva e voleva generosamente donare, parla prima delle sue elargizioni che della restituzione. «Gesù gli rispose: Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» Lc 19,9-10)-

Annunciando la salvezza operata «in questa casa», Cristo vuole indicare l’anima di Zaccheo che si è salvata col desiderio e con l’adesione della volontà buona, con l’amore e l’obbedienza; ed è quest’anima che il Signore chiama casa di Dio, perché Dio abita in essa; Gesù infatti venne nel mondo per salvare ciò che era perduto. Per questo volle stare soprattutto con coloro che sapeva bisognosi del suo aiuto e che cercavano la salvezza. Quasi rispondendo a coloro che mormoravano, disse: Per quale ragione vi indignate contro di me perché parlo con un uomo peccatore e mi invito a casa sua senza essere chiamato?

Sono venuto nel mondo, non perché i peccatori rimangano nel loro peccato, ma perché si convertano e abbiano in me la vita. Non guardo a ciò che il peccatore ha fatto finora, ma considero ciò che d’ora innanzi farà. Gli offro la mia grazia e la mia amicizia, che offro anche a voi, se la desiderate.

Se egli l’accetta e viene a me, se da peccatore diventa giusto, perché mi calunniate per essere andato in casa sua, giudicando male colui che da peccatore è diventato amico di Dio? Egli infatti è figlio di Abramo, non perché nato dal suo sangue, ma perché imitatore della fede e della pietà di Abramo.

Nostro Signore Gesù Cristo ci doni la conoscenza di sé, l’amore e la fiducia in lui, perché nulla ci piaccia,mnulla ci attiri se non ciò che piace alla volontà di pio e non ostacola la nostra salvezza. Egli è benedetto nei secoli. Amen.

(Dalle «Omelie» di Giovanni Laspergio, certosino).