Letture patristiche “ASCENSIONE DEL SIGNORE” C

          Luca 24,46-53; Atti 1,1-11; Salmo 46; Ebrei 9,24-28; 10,19-23

 

          DISCORSO 261

DISCORSO TENUTO A CARTAGINE NELLA BASILICA DI FAUSTO ASCENSIONE DEL SIGNORE

di sant’Agostino, vescovo (PL 38, 1202-1207)

 

Saliamo insieme a Cristo.

  1. La risurrezione del Signore è la nostra speranza, l’ascensione del Signore è la nostra glorificazione. Celebriamo oggi la solennità dell’Ascensione. Se vogliamo celebrare l’ascensione del Signore rettamente, fedelmente, devotamente, santamente, piamente, saliamo insieme a lui e teniamo in alto il nostro cuore. Nel salire però non insuperbiamoci. Dobbiamo infatti tenere il cuore in alto, ma rivolto al Signore. Avere il cuore in alto ma non rivolto al Signore significa essere superbi; invece avere il cuore in alto rivolto al Signore significa rifugiarsi in lui. Al Signore infatti che è asceso noi diciamo: Signore, tu sei il nostro rifugio1. È risorto infatti per darci un motivo di speranza, poiché risorge ciò che muore; affinché, essendo destinati alla morte, non disperassimo e non pensassimo che con la morte la nostra vita è totalmente finita. Eravamo infatti preoccupati perfino della sorte dell’anima; ma lui risorgendo ci ha dato la certezza anche sulla sorte del corpo. Dunque ascese, ma chi? Colui che prima discese 2. È disceso per guarirti; ascende per elevarti. Cadrai se vorrai elevarti da te stesso; rimarrai in alto se ti eleverà lui. Avere dunque il cuore in alto, ma rivolto al Signore, significa rifugiarsi in lui; avere il cuore in alto ma non rivolto al Signore significa essere superbi. Diciamo pertanto a Cristo che risorge: Tu, Signore, sei la mia speranza; a Cristo che ascende: Hai posto in alto il tuo rifugio. Come potremo essere superbi se avremo il cuore in alto rivolto verso colui che per noi è diventato umile, proprio perché noi non rimanessimo superbi?

Conoscere Dio con la fede.

  1. Cristo è Dio e lo sarà sempre; mai terminerà di esserlo perché mai ha cominciato ad esserlo. Se infatti per suo dono hanno avuto inizio alcune cose che mai avranno termine, come potrà aver termine lui, che mai ha cominciato ad essere? Che cosa ha avuto inizio e mai avrà termine? La nostra immortalità avrà un inizio, ma non avrà un termine. Infatti non ce l’abbiamo ancora l’immortalità; però, quando avremo cominciato ad averla, non la perderemo più. Cristo dunque è sempre Dio. E in che modo? Cerchi in che modo? È uguale al Padre. Nell’eternità non cercare il modo ma la felicità. In che modo Cristo sia Dio cerca di capirlo, se puoi. Te lo dico, non voglio disattendere la tua attesa. Cerchi in che modo Cristo sia Dio? Ascoltami, anzi ascolta insieme con me; ascoltiamo insieme, impariamo insieme. Per il fatto che io parlo e voi ascoltate non è che non ascolti anch’io insieme con voi. Dunque, sentendo dire che Cristo è Dio, cerchi in che modo Cristo sia Dio? Ascolta con me; non ti dico: Ascolta me, ma: Con me. In questa scuola tutti infatti siamo condiscepoli. È il cielo la cattedra del nostro maestro. Ascolta dunque in che modo Cristo è Dio. In principio era la Parola. Dove era? e la Parola era presso Dio4. Ma di parole ne ascoltiamo tante tutti i giorni. Non pensare alla Parola che era Dio alla stessa maniera come a quelle che sei solito ascoltare. Cerco in che modo [la Parola sia Dio]. Infatti credo con certezza che sia Dio; ma cerco in che modo lo sia. Cercate sempre il suo volto 5. Nessuno, cercando, venga meno nella fede, faccia anzi dei passi in avanti. Fa passi in avanti nella ricerca se è la pietà che cerca, non la vanità. In che modo cerca la pietà, in che modo cerca invece la vanità? La pietà cerca credendo, la vanità contraddicendo. Se infatti volessi disputare con me e dirmi: “Che Dio adori? Come è il Dio che adori? Mostrami ciò che adori”, io ti risponderò: “Esiste, sì, colui che potrei mostrarti, ma tu non sei in grado di vederlo”.