Letture patristiche della Domenica «del LEBBROSO», VI per l’Anno B

 Mc 1,40-45; Lv 13,1-2.45-46; Sal 31; 1 Cor 10,31-11,1

 

  1. Gesù e il lebbroso

 

Ed ecco un lebbroso, fattosi avanti, gli si prostrava ai piedi e gli diceva: «Signore se tu vuoi, mi puoi mondare»” (Mt 8,2). Grande è la prudenza e la fede di quest`uomo che s`avvicina a Cristo. Egli non ha interrotto il suo discorso, né si è gettato tra la folla, ma ha atteso il momento favorevole: quando Gesù scende dal monte gli si accosta. E non lo supplica in un modo qualunque, ma con grande fervore, prostrandosi ai suoi piedi, come riferisce un altro evangelista (cf. Mc 1,40), con vera fede e con quel rispetto che di lui si deve avere. Non gli dice: Se chiedi a Dio, oppure: Se tu preghi, ma: «Se tu vuoi, mi puoi mondare». Nemmeno gli chiede: Signore guariscimi, ma affida tutto nelle sue mani; lo riconosce padrone assoluto della sua guarigione, testimoniando che egli possiede tutta l`autorità e il potere.

Ora qualcuno potrebbe obiettare: se l`opinione del lebbroso fosse sbagliata? In quel caso il Signore dovrebbe confutarla, rimproverare e correggere il lebbroso. Ma Cristo, fa questo? No assolutamente; anzi fa tutto il contrario, confermando e rafforzando quanto dice quell`uomo. Ecco perché non si limita a dire «sii mondato», ma dichiara: “Lo voglio: sii mondato” (Mt 8,3), affinché la verità della sua onnipotenza non si fondi soltanto sull`opinione di quell`uomo, ma sulla conferma esplicita che egli stesso ne dà. Gli apostoli non parleranno così, quando compiranno miracoli. Come parleranno, allora? Quando tutto il popolo rimarrà sorpreso e colpito dai loro prodigi, essi diranno: «Perché ci guardate con ammirazione quasi che per nostra propria potenza e autorità abbiamo fatto camminare quest`uomo?» (cf. At 3,12). Il Signore, invece, che pure di solito parla di sé con tanta umiltà e in modo inferiore alla sua gloria, che dice ora per confermare l`opinione di tutti coloro che lo guardano ammirati della sua potenza? «Lo voglio: sii mondato». In verità, benché il Signore abbia operato infiniti e straordinari miracoli..

(Giovanni Crisostomo, Comment. in Matth., 25, 1 s.)