Letture patristiche  della Domenica «dell’Ascensione del Signore», VII di Pasqua A

 

Mt 28,16-20; At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23

 

DISCORSO 264 ASCENSIONE DEL SIGNORE

di sant’Agostino,vescovo (PL 38, 1212-1218)

 

Introduzione.

1. Molti sono i misteri nascosti nelle Scritture divine: alcuni li dobbiamo ancora scoprire, altri il Signore si è degnato di rivelarli alla nostra umile inadeguatezza, però non ci basta il tempo per spiegarli alla vostra Santità. So bene che soprattutto in questi giorni la chiesa si riempie di gente che vorrebbe più presto andarsene che venire e che ci ritiene insopportabili se ci capita di parlare un po’ più a lungo. È gente che però, quando si tratta di banchetti, non solo vi si precipita ma, se vi viene trattenuta fino a sera, né si stanca né li rifiuta né per lo meno se ne allontana senza provarne alcuna vergogna. Tuttavia per non defraudare coloro che vengono con il desiderio di imparare, parlerò, anche se brevemente, del significato misterioso del fatto che il Signore nostro Gesù Cristo è asceso al cielo con lo stesso corpo nel quale è risorto.

Perché Cristo rimase con i discepoli dopo la risurrezione.

2. Certamente per la debole fede dei suoi discepoli. Non erano mancati neanche fra di loro alcuni che il diavolo aveva tentato di mancanza di fede, così che un discepolo, benché Gesù apparisse nelle fattezze che egli già conosceva, credette più al vedere le recenti cicatrici che non al vedere il suo corpo vivo 1. Perciò per confermarli nella fede Gesù si è degnato di vivere con loro, dopo la risurrezione, per quaranta giorni interi, dal giorno della sua morte fino al giorno odierno, entrando ed uscendo da loro, mangiando e bevendo, come dice la Scrittura 2. Diede la prova così di restituire alla loro vista, dopo la risurrezione, lo stesso corpo che era stato loro tolto con la morte in croce. Tuttavia non volle che rimanessero attaccati al suo corpo né che lo trattenessero più a lungo per un affetto legato alla carne. Essi volevano che…

 

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