Letture patristiche DOMENICA «DEL PERDONO DELL’ADULTERA», V di Quaresima C

Giovanni 8,1-11; Isaia 43,16-21; Salmo 125; Filippesi 3,8-14

 

  1. Verità, bontà, giustizia e misericordia

Considerate ora in qual modo la bontà del Signore fu posta alla prova dai suoi nemici. “Allora gli scribi e i farisei conducono una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero. «Maestro, questa donna è stata colta in adulterio. Ora Mosè nella legge ci ha comandato di lapidare tali donne: tu che ne dici?». E questo dicevano per metterlo alla prova, in modo da poterlo accusare” (Gv 8,3-6).

Accusarlo di cosa? Forse avevano colto anche lui in qual che delitto?… E siccome i suoi nemici, per invidia e per rabbia, non riuscivano a sopportare queste due qualità, cioè la sua dolcezza e la sua verità, cercarono allora di tendergli un tranello sulla terza, cioè sulla giustizia. In qual modo?

La legge comandava che gli adulteri dovevano essere lapidati, e la legge non poteva comandare ciò che non era giusto: se qualcuno si opponeva a un precetto della legge, veniva accusato di prevaricazione. I Giudei avevano pensato tra sé: egli è ritenuto amico della verità e appare mansueto; dobbiamo cercare di coglierlo in fallo sulla giustizia: presentiamogli una donna colta in adulterio, e diciamogli che cosa stabilisce la legge in tali casi. Se egli ordinerà che sia lapidata, mostrerà di non essere affatto mansueto: se dirà che deve essere lasciata andare, mostrerà di non avere giustizia. Siccome non vorrà perdere – essi dicevano – l`aureola di mansuetudine, grazie alla quale è amato dal popolo, senza dubbio dirà che dobbiamo lasciarla andare. Così noi avremo l`occasione per accusarlo, per dichiararlo reo come prevaricatore e potremo dire di lui che è nemico della legge, che ha parlato contro Mosè o, meglio, contro colui che per mezzo di Mosè ci ha dato la legge; e quindi è degno di morte e deve essere lapidato insieme alla donna.

Con queste parole e con questi ragionamenti la loro invidia si accresceva, ardeva il loro desiderio di accusarlo, diveniva più forte la voglia di condannarlo. Cosa li spingeva a parlare in questo modo, e contro chi parlavano?

(Agostino, Comment. in Ioan., 33, 4-8)

 

Per scaricare il file .doc delle Letture patristiche cliccare sul pulsante bianco in basso