Letture patristiche DOMENICA «DELLA VENUTA DEL FIGLIO DELL’UOMO», I di Avvento C

Luca 21,25-28.34-36; Geremia 33,14-16; Salmo 24; 1 Tessalonicesi 3,12-4,2

 

 

 

 

 

  1. La fine del mondo segna il trionfo di Gesù Cristo e il premio degli eletti.

 

Fratelli carissimi, il nostro Signore e Redentore, volendoci trovare preparati e per allontanarci dall`amore del mondo, ci dice quali mali ne accompagnino la fine. Ci scopre quali colpi ne indichino la fine, in modo che se non temiamo Dio nella tranquillità, il terrore di quei colpi ci faccia temere l`imminenza del suo giudizio. Infatti alla pagina del santo Vangelo che avete ora sentito, il Signore poco prima ha premesso: «Si leverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno terremoti, pestilenze e carestie dappertutto» (Lc 21,10-11); e poi ancora: «Ci saranno anche cose nuove nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra le genti saranno prese da angoscia e spavento per il fragore del mare in tempesta» (Lc 21,25); dalle cui parole vediamo che alcune cose già sono avvenute e tremiamo per quelle che devono ancora arrivare. Che le genti si levino contro altre genti e che la loro angoscia si sia diffusa sulla terra l`abbiam visto più ai nostri tempi che non sia avvenuto nel passato. Che il terremoto abbia sconquassato innumerevoli città, sapete quante volte l`abbiam letto. Di pestilenze ne abbiamo senza fine. Di fatti nuovi nel sole, nella luna e nelle stelle, apertamente per ora non ne abbiam visto nulla, ma che non siano lontani ce ne dà un segno il cambiamento dell`aria. Tuttavia prima che l`Italia cadesse sotto la spada dei pagani, vedemmo in cielo eserciti di fuoco, cioè proprio quel sangue rosseggiante del genere umano, che poi fu sparso. Di notevoli confusioni di onde e di mare non ne abbiamo ancora avute, ma poiché molte delle cose predette già si sono avverate, non c`è dubbio che avvengano anche le poche, che ancora non si sono avverate; il passato è garanzia del futuro. Queste cose, fratelli carissimi, le andiamo dicendo, perché le vostre menti stiano vigilanti nell`attesa, non s`intorpidiscano nella sicurezza, non s`addormentino nell`ignoranza e vi stimoli alle opere buone il pensiero del Redentore che dice: «Gli abitanti della terra moriranno per la paura e per il presentimento delle cose che devono avvenire. Infatti le forze del cielo saranno sconvolte» (Lc 21,26). Che cosa il Signore intende per forze dei cieli, se non gli angeli, arcangeli, troni, dominazioni, principati e potestà, che appariranno visibilmente all`arrivo del giudice severo, perché severamente esigano da noi ciò che oggi l`invisibile Creatore tollera pazientemente? Ivi stesso si aggiunge: «E allora vedranno venire il Figlio dell`uomo sulle nubi con gran potenza e maestà». Come se volesse dire:…

       (Gregorio Magno, Sermo 1, 1-3)