Letture patristiche Domenica “DI LAZZARO”, V di Quaresima A

Gv 11,1-45; Ez 37,12-14; Sal 129; Rm 8,8-11

 

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (CAP. 11): SULLA RISURREZIONE DI LAZZARO

DISCORSO 139/A di sant’Agostino, vescovo (PLS 2, 499-501)

 

Lazzaro risuscitato da Cristo.

 

[…]2. Tre morti risuscitati significano tre generi di peccati.

Nel santo Vangelo abbiamo trovato che dal Signore Gesù Cristo sono stati risuscitati tre morti. Uno, la figlia del capo della Sinagoga; preavvisato che quella era in pericolo di vita a causa di una malattia, si recò a casa di lui e la trovò morta. Egli le disse: Fanciulla, dico a te, àlzati! e la risuscitò. L’altro, un giovane; questi, ormai defunto, veniva trasportato fuori la porta della città e la madre vedova lo piangeva amaramente; egli vide infatti questa scena e comandò ai portatori di fermarsi, poi disse: Giovinetto, dico a te, àlzati, ed il morto si mise a sedere e cominciò a parlare ed egli lo rese alla madre. Il terzo è appunto Lazzaro, ed ora con gli occhi della fede lo vediamo morire e risorgere con un miracolo ancora più strepitoso ed una prova grande; era morto infatti da quattro giorni e già imputridiva. Che cosa significano queste tre morti? Non mancano infatti di significato, anzi i prodigi operati dal Signore sono parole dense di misteri. Così, nei peccati degli uomini veniamo a scoprire tre generi di morte. Secondo il primo, quella fanciulla si trovava, morta, in casa, ancora non era stata portata via; ma quel giovane era stato già portato fuori della porta; quanto a Lazzaro, sepolto e sotto la pressione di un masso di pietra. Quali sono allora i tre generi dei peccati?

 

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