Lectio divina Domenica «DEL RENDETE A CESARE RENDETE A DIO», XXIX del Tempo Ordinario

Mt 22,15-21 (leggere 22,15-22); Is 45,1.4-6; Sal 95; 1 Ts l,l-5b

 

La speranza cristiana si compie pienamente nel mondo futuro. Tuttavia essa mostra fin d’ora la sua efficacia: è una forza immensa nel mondo, è un fermento che lo fa lievitare, è un sale che dà senso e sapore allo sforzo umano di liberazione, all’impegno temporale. Non è alienazione, non è alibi. Non esistono due speranze: una terrena e l’altra celeste, la speranza è una sola: guarda alla realtà futura, ma, attraverso l’impegno cristiano, l’anticipa nella realtà terrestre.

La Parola di Gesù oggi richiama la nostra riflessione su uno dei problemi più importanti e cruciali dei cristiani nel mondo. L’uomo moderno ha la profonda convinzione di avere un compito storico da svolgere sulla terra, un compito che è proporzionato alle sue possibilità sempre maggiori e che implica un reale dominio sull’universo. Il fine è questo: la promozione della comunità umana nel seno di una «città» sempre più fraterna. Questa presa di coscienza si accompagna talvolta a una critica amara nei confronti della religione, che viene considerata la responsabile della secolare alienazione degli uomini.

Molti assumono nei confronti della religione un atteggiamento di non considerazione, come se essa non avesse alcun apporto positivo da offrire. La fede cristiana, vissuta integralmente, lungi dal suggerire rassegnazione ed evasione nei confronti dei compiti terreni dell’uomo, aiuta…

 

 

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