Mt 22,34-40; Es 22,20-26; Sal 17; 1 Ts l,5c-10
DISCORSO 90/A DI SANT’AGOSTINO VESCOVO
SULL’AMORE DI DIO E DEL PROSSIMO
DOLBEAU 11, RB 102 (1992), 66-74, Vingt-six S., 59-67, Volume NBA XXXV/1
Chiediamo al fine di trovare.
- Nella lettura dell’Evangelo che or ora è stata proclamata anche noi abbiamo potuto vedere il Signore, non con gli occhi del corpo ma con quelli della fede, cosa molto più vantaggiosa per la nostra salvezza. Prendiamo dunque l’atteggiamento spirituale di colui che andò a chiedergli quale fosse il più grande comandamento della legge 1. In effetti colui che pose al Signore questa domanda, non avendo per vedere gli occhi della fede ma solo quelli del corpo, più che per chiedere si presentò per mettere alla prova il Maestro; noi invece, che abbiamo la fede, presentiamoci per chiedere e, chiedendo, poter trovare. Diciamo anche noi: Signore, qual è il più grande comandamento della legge?2 Diciamolo non con la furbizia di chi vuol tentare, ma con il desiderio di chi vuol apprendere. Il Signore risponderà a noi come rispose a quel tale; e, se egli non credette, la sua domanda è stata di grande utilità per noi. Se poi egli credette, chi la ode oggi ne venga ammaestrato più efficacemente di colui che, andato per tentare, poté essere raddrizzato nei suoi sentimenti.
La legge antica semplificata da Gesù Cristo.
2. Prima di tutto consideriamo il fatto che quel tale domandò [al Signore] quale fosse il primo
comandamento della legge, desideroso di sapere non se fosse l’unico ma il più grande; il Signore
invece nella risposta parlò non di un comandamento ma di due. È probabile che quell’uomo,
udito quale fosse il comandamento [più] grande, avrebbe…
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