Letture patristiche della Domenica “DEL SEGNO DEL TEMPIO”, III di Quaresima B

Gv 2,13-25; Es 20,1-17; Sal 18; 1 Cor 1,22-25

OMELIA 10 di sant’Agostino, vescovo (Gv 2,12-21)

Intendeva parlare del tempio del suo corpo.

Adamo fu come frantumato, e dopo essere stato disperso, viene raccolto e fuso in uno mediante la società e la concordia spirituale. È rinnovato in Cristo, il novello Adamo che è venuto per reintegrare in sé l’immagine di Dio. Da Adamo proviene la carne di Cristo, da Adamo il tempio che i Giudei distrussero e che il Signore fece risorgere il terzo giorno.

1. Avete sentito nel salmo il gemito del povero, le cui membra, sparse per tutta la terra, sono tribolate sino alla fine del mondo. Fate di tutto, fratelli miei, per essere uniti a queste membra, per far parte di esse. Tutte le tribolazioni sono destinate a passare. Guai ai gaudenti (cf. Lc 6, 25)! La Verità dice: Beati quelli che piangono, perché saranno consolati (Mt 5, 5). Dio si è fatto uomo; cosa diverrà l’uomo, se per lui Dio si è fatto uomo? Questa speranza ci consoli in ogni nostra tribolazione e tentazione di questa vita. Il nemico non cessa mai di perseguitarci, e se non infierisce apertamente, agisce insidiosamente. E che cosa fa? Nell’ira tramano inganni (Sal 34, 20). Per questo è chiamato leone e serpente. Ma che cosa vien detto a Cristo? Calpesterai il leone e il serpente (Sal 90, 13). Il nemico è leone a motivo dell’ira scoperta, è serpente a motivo delle insidie occulte. Come serpente, fece scacciare Adamo dal paradiso; come leone perseguita la Chiesa, secondo la parola di Pietro: Il diavolo, vostro avversario, si aggira, come leone ruggente, in cerca di chi divorare (1 Pt 5, 8). Non credere che il diavolo abbia perduto la sua ferocia; quando blandisce, è allora che bisogna stare maggiormente in guardia. Ma fra tutte queste insidie e tentazioni sue, che cosa faremo, se non ciò che adesso abbiamo sentito nel salmo? Quando mi molestavano, io vestivo il cilicio, affliggevo col digiuno l’anima mia (Sal 34, 13). Pregate senza esitazione, c’è chi ascolta: chi vi ascolta è dentro di voi. Non dovete levare gli occhi verso un determinato monte, non dovete levare lo sguardo alle stelle, al sole, alla luna. Non crediate di essere ascoltati se pregate rivolti al mare: dovete anzi detestare preghiere simili. Purifica piuttosto la stanza del tuo cuore; dovunque tu sia, dovunque tu preghi, è dentro di te colui che ti ascolta, dentro nel segreto, che il salmista chiama “seno” dicendo: La mia preghiera si ripercuoteva nel mio seno (Sal 34, 13). Colui che ti ascolta non è fuori di te. Non andare lontano, non…

 (Sant’Agostino, vescovo, Omelia 10)

 

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